Margherita, la voce narrante, ci racconta i ricordi preziosi della sua mamma, oggi novantaseienne, che viveva tutti i giorni Piazza Uccelli e la via che la collega a Piazza della Rocca (la Esa). È un tuffo nel passato, in un’epoca in cui il lavoro femminile nelle fabbriche tessili era duro ma fondamentale, e la solidarietà tra donne si intrecciava con sogni, speranze e momenti di semplice felicità.
C’erano tempi, in cui molte ragazze e donne del paese e dei paesi vicini, ogni giorno, con ogni tempo, prendevano la strada che le portava allo stabilimento tessile Festi e Rasini di Villa d’Ogna, quella che oggi passa dietro il piazzale del Sole. Le si vedeva camminare fiere e silenziose, con gli zoccoli di legno che battevano sul selciato, anche quando la neve era alta e l’aria tagliava il viso. Era un lavoro duro e anche il tragitto non era da meno. Ma quel lavoro era importante: portava in casa un reddito, la possibilità di mandare avanti la famiglia. Ogni quindici giorni arrivava il momento atteso: il giorno della paga. E allora, con il gruzzolo stretto in tasca e il cuore leggero, le ragazze tornavano a casa cantando. Quando arrivavano nei pressi della Esa, era una festa. Di fronte a dove oggi sorge il negozio di Gianclaudio il fiorista, c’era una vecchia scalinata; era lì che, finite le ore di lavoro, le donne si fermavano per scambiare due parole, raccontarsi la giornata, magari confidare un sogno. Lì le aspettavano in tanti, soprattutto i giovanotti, sempre pronti a mettersi in mostra. Per conquistare un sorriso, offrivano loro un “marsalino”, e le ragazze, tra le risate, continuavano a cantare. A poco a poco, anche gli abitanti della zona si univano al coro: era un momento di gioia semplice, spontanea, che scaldava il cuore di tutti.
“Archivio Fotografico Cesare Cristilli. MAT – Museo Arte Tempo Città di Clusone”